Conosci te stesso e metà della battaglia è vinta.
Sun Tzu
Quando uno sportivo deve superare se stesso e ci riesce, si fa sempre riferimento a doti “interne”, a volte innate e altre acquisite: forza di volontà, determinazione, cuore, concentrazione, grinta. Sono queste qualità, in effetti, che, applicate all’allenamento e alle competizioni, consentono all’atleta di migliorarsi, di eccellere. Proviamo a pensare a un’azienda, media o grande che sia, come a un organismo unico, composto da tante cellule quanti sono i collaboratori o i dipartimenti, gli strumenti o le funzioni aziendali. Ecco: una simile azienda, per mantenere e addirittura accrescere la propria forza competitività, può comportarsi come lo sportivo e guardare, innanzi tutto, al proprio interno.
È quanto sta accadendo in molti settori, produttivi o di servizio, con l’avvento della trasformazione digitale: non solo vengono adottati strumenti e dispositivi tecnologici che consentono di amplificare le potenzialità dell’azienda e dei suoi collaboratori, migliorare i processi, facilitare la comunicazione all’interno e verso l’esterno, ma cambiano contestualmente i concetti organizzativi. Un’evoluzione che vede attestarsi modelli nuovi, funzionali proprio a rendere possibile un incremento della performance stimolato e supportato dall’utilizzo delle più moderne tecnologie digitali.
L’evoluzione nasce dall’interno.
Crescita del settore, concorrenza, apertura di nuovi mercati sono alcuni elementi che influenzano l’andamento di un’azienda, ma oggi più che mai la competitività può avvalersi di uno spunto fondamentale rappresentato da un potente e progressivo miglioramento delle pratiche e delle concezioni operative. Sfruttare le opportunità offerte dalle piattaforme e dagli strumenti digitali significa prima di tutto rendere migliore l’azienda: più efficiente, più produttiva, più reattiva, più versatile.
Le imprese di tutto il mondo stanno rivolgendo i propri investimenti, e le proprie strategie, alla digitalizzazione come fondamento dell’operatività interna e di quella rivolta all’esterno, al mercato, ai clienti. Le piattaforme digitali che consentono l’accesso e la condivisione delle informazioni, l’utilizzo di strumenti funzionali, l’automazione di molti processi, il supporto di applicazioni analitiche, l’indipendenza geografica in relazione alla propria operatività sono il fulcro di questa rivoluzione pragmatica e concettuale.

Tutti i mutamenti portano con sé vantaggio e complessità. In questo caso, la necessità di accompagnare al cambiamento tecnologico un’altrettanto decisa rimodulazione degli schemi organizzativi non semplifica questo processo. Che, tuttavia, non è rimandabile.
Sfide e ostacoli sulla via della nuova competitività.
È chiaro che sono le nuove tecnologie a stimolare e sostenere la trasformazione digitale delle aziende, ma è fondamentale che all’adozione di strumenti digitali segua in parallelo l’acquisizione di una nuova cultura di gestione e di organizzazione, un nuovo modo di intendere la produttività e gli schemi operativi. Ecco la prima sfida e il primo ostacolo. Per superarli è necessaria una visione chiara, una comprensione delle prospettive e dei vantaggi, una solidità nella leadership dell’azienda. Ma non basta, naturalmente. Servono anche investimenti in competenze, non solo in sistemi. Per esempio, la ricerca di dipendenti qualificati non solo nelle conoscenze professionali, ma nel sistema lavorativo digitale viene identificata come un elemento chiave per una trasformazione digitale di successo, che per l’appunto non si basa unicamente sull’adozione di tecnologia e sul cambiamento dei processi organizzativi e delle strategie aziendali, ma pone un rilievo sui collaboratori. A questo proposito, una ricerca di McKinsey del 2021 ha rilevato che l’89% delle aziende, a livello globale, sta registrando una mancanza di competenze o lo farà nei prossimi anni.

Nelle organizzazioni che, acquisendo un nuovo modello digitale, vogliano realmente accrescere la propria competitività nel tempo svolgeranno un ruolo fondamentale alcune qualità dei collaboratori, come la propensione ad acquisire nuove conoscenze e capacità, a fianco di quelle skill che il World Economic Forum del 2020 ha indicato come “competenze del futuro”, ma già necessarie nel panorama lavorativo attuale, tra cui troviamo il pensiero critico, la capacità analitica e di risoluzione dei problemi, l’autogestione, l’adattabilità e la resilienza. In particolare, la prof.ssa Karen Osmundsen della NHH (Norwegian School of Economics) ha indicato nelle competenze cognitive dei collaboratori, tra cui la volontà di imparare e l’apertura al cambiamento, qualità essenziali per l’operatività nelle aziende che hanno adottato strumenti e piattaforme digitali.
Digital Transformation e Digital Culture: tutti per uno e uno per tutti.
Tornando all’esempio iniziale dello sportivo, potremmo dire che per gareggiare non gli basterà avere muscoli forti o concentrazione. Nel suo corpo e nella sua mente, tutto dovrebbe funzionare bene, singolarmente e organicamente. E, come abbiamo visto, anche per quel che riguarda le aziende ogni elemento deve lavorare in modo efficiente, individualmente e nell’interazione con gli altri: colleghi con colleghi, manager con dipendenti, tecnici con commerciali, ma anche persone con macchine o con dati. Per raggiungere un simile risultato, la tecnologia da sola non basta, deve trovare terreno fertile a livello individuale, di gruppo e organizzativo. Per quanto riguarda i singoli collaboratori, infatti, ci sono alcuni fattori chiave da tenere in considerazione, come l’accettazione della tecnologia, la formazione e il benessere al lavoro. E la percezione di come la trasformazione digitale porterà vantaggio non solo all’azienda, ma al collaboratore stesso, soprattutto in termini di soddisfazione sul lavoro. Nello stesso modo, in relazione al gruppo, una digital transformation efficace è legata a doppio filo a elementi come la comunicazione e la collaborazione del team, la capacità di costruire relazione all’interno della squadra (anche attraverso gli strumenti digitali o le piattaforme), l’adattabilità alle logiche del digital working. Anche a livello organizzativo ci sono alcuni pilastri fondamentali su cui appoggia la trasformazione digitale, tra cui il supporto delle risorse umane, la cultura organizzativa e, naturalmente, la leadership.

I leader aziendali sono chiamati a raccogliere importanti responsabilità non solo in termini di definizione e sviluppo del modello operativo in chiave digitale, ma anche di motivazione della popolazione aziendale, di gestione del cambiamento, con la rapidità decisionale e l’abilità comunicativa che ne conseguono. La costante comunicazione interna, in particolare, svolge un ruolo fondamentale: se la decisione di attuare una digital transformation è una scelta strategica manageriale, tradizionalmente top-down, l’attuazione è bottom-up e il successo di questa operazione passa anche dalla capacità di coinvolgere la workforce. Le persone dell’azienda rappresentano infatti il primo e più importante tra tutti gli elementi interni all’azienda che può, secondo una logica win-win, diventare più efficiente e garantire maggiore produttività e competitività.
I pilastri del successo e lo strumento idoneo a valorizzarli.
L’importanza della forza lavoro, la motivazione e l’attenzione alla soddisfazione e al benessere, nonché alla produttività, delle persone dell’azienda e, dall’altra parte, la creazione e la diffusione di una nuova cultura del lavoro in azienda, che tenga conto degli strumenti digitali e dell’uso personale e di team degli stessi sono basi solide su cui costruire non solo la digital transformation, ma la visione strategica futura dell’azienda. C’è un terzo pilastro da inserire in questo schema ed è rappresentato dallo strumento più idoneo a supportare i cambiamenti e a consentire all’azienda di contare su un ambiente operativo agile, dotato di tutti gli strumenti necessari e al tempo stesso collaborativo, efficiente e mirato: si tratta del Digital Workspace.
IDC ha inserito, già nel 2020, i workspace digitali tra i tre elementi di successo della trasformazione, indicandone il ruolo di forza propulsiva per la crescita delle aziende, grazie al tipo di architettura, alle possibilità di gestione, alla sicurezza e all’approccio basato sull’esperienza dell’utente. Tutte queste qualità concorrono a supportare l’operatività aziendale quotidiana e anche ad attrarre e trattenere i talenti, nonché a migliorare lo sviluppo della forza lavoro. Basti pensare che, sempre secondo IDC, Future of Work 2022, entro il 2023, il 70% dei dipendenti con postazioni di lavoro connesse in ruoli operativi utilizzerà l’intelligenza incorporata in spazi di lavoro digitali per connettersi con clienti e colleghi da qualsiasi luogo, aumentando la produttività personale e aziendale.

I Digital Workspace sono uno strumento fondamentale, oggi più che mai, in un mondo (e un mercato) in cui ogni collaboratore è al tempo stesso risorsa individuale e membro di un team dinamico, in cui l’adattabilità è un requisito basilare e in cui l’adozione di automazione e comunicazione fluida consentiranno di aumentare la competitività e dare vita a una cultura del lavoro più agile.
#DoBetterWithKeethings